Lo studio “Sensazioni ed esperienze durante la pratica di Asanas nel corso consigliato da Swami Kuvalayananda” si prefissò di registrare il tempo medio di mantenimento di ogni asana, e di classificare le varie sensazioni ed esperienze riportate dai soggetti, a seconda della loro natura ed in relazione alla provenienza dalle diverse regioni del corpo.
Prima del presente studio, benché il laboratorio del Kaivalyadhama avesse investigato a riguardo delle varie tipologie di sensazioni e di esperienze avute dai praticanti (Bhole 1985), non c’erano studi che riguardassero tali sensazioni riferite alla pratica delle asanas (posture).
Lo studio venne condotto su 24 soggetti di entrambi i sessi di età compresa tra i 20 e i 50 anni, suddivisi in tre gruppi sulla base del loro background di pratica delle asanas.
Il gruppo I, o dei principianti, era costituito da 4 soggetti che non avevano mai avuto esperienza di pratica delle asanas e avevano iniziato il loro apprendimento da tre giorni.
Il gruppo II era costituito da coloro che conoscevano già le asanas da un periodo variabile tra i 2 mesi ed i 10 anni e che le stavano praticando almeno da 2 mesi.
Il gruppo II venne suddiviso in due sottogruppi: i praticanti regolari, 16 soggetti; ed i praticanti in modo intermittente, 4 soggetti.
OSSERVAZIONI E CONCLUSIONI
Le sensazioni e le esperienze maggiormente riportate riguardavano dolore, tensione, stiramento muscolare, variazioni di pressione percepite nelle strutture più profonde, sensazioni relative alla respirazione ed alla circolazione.
Tutte le sensazioni erano più marcate nel caso dei soggetti del gruppo dei praticanti regolari rispetto ai principianti e ai praticanti in modo discontinuo.
I praticanti regolari hanno riportato un maggior numero di sensazioni e di esperienze nella regione della schiena, sensazioni che non sono invece state riportate dagli altri due gruppi.
Quasi tutti i soggetti hanno riportato esperienze relative al respiro, anche se la loro natura era molto diversa da individuo ad individuo: pesantezza nel respirare, respiro veloce, respiro trattenuto associato ad una esperienza di disagio. Due soggetti appartenenti al gruppo dei praticanti regolari hanno riportato un rallentamento del respiro durante yoga mudra e pascimottana, associato a sensazioni piacevoli, di comodità, e ad una condizione di non sforzo.

a)recettori cutanei stimolati dall’attività muscolare: terminazioni nervose sensibili al dolore e corpuscoli del Pacini sensibili alla pressione;
b)propriocettori, recettori cinestesici: fusi neuromuscolari sensibili allo stiramento muscolare (es. nei muscoli del dorso in yoga mudra; nei muscoli della parte anteriore in bujangasana); organi tendinei del Golgi, sensibili alla variazione di tensione dei tendini dovuta alla contrazione del muscolo o all’aumento di tensione di entrambi, muscolo e tendine; terminazioni nervose e corpuscoli dei Pacini presenti nei muscoli: sensibili alla pressione (es. nei muscoli dell’addome in paschimottanasana e vajrasana e nei muscoli della zona lombare durante bujangasana e ardha-shalabhasana); corpuscoli dei Pacini presenti nelle capsule e nei legamenti delle articolazioni e nel periostio: sensibili alla pressione (es. l’articolazione della caviglia in vajrasana che fu utilizzata come preparazione a yoga mudra);
c)viscerocettori e recettori cinestesici responsabili per le esperienze relative al respiro.
La maggior parte dei praticanti non fu capace di mantenere l’asana per il periodo suggerito di 5 minuti a causa dell’insopportabile dolore e/o della mancanza di comodità, e di un bisogno interiore di abbandonare lo sforzo. Il periodo medio di mantenimento di ciascuna asana fu maggiore per i praticanti regolari rispetto ai principianti e ai praticanti in modo discontinuo, e comunque variava da individuo ad individuo.
Il tentativo ostinato di mantenere l’asana per per un tempo sempre più lungo, sembrava far aumentare l’intensità delle varie sensazioni, fino a far superare il livello adatto di sopportazione, costringendo così il soggetto a rinunciare al mantenimento della postura.
Questo potrebbe essere attribuito ad uno o più dei seguenti fattori che operano all’interno del corpo: l’aumento o il calo del tono muscolare; il cambiamento nella lunghezza del muscolo; la tensione sui legamenti e sulle capsule articolari; la tensione derivante dal coinvolgimento involontario dei muscoli nell’attività.
BIBLIOGRAFIA
Oak, J.P., & Bhole, M.V. “Feelings and experiences during the practice of Asanas of Easy Course as recommanded by Swami Kuvalayananda” Yoga Mimamsa, Vol. XXVI, No. 1, pp. 14-39, 1987.
(Articolo citato tratto da Yoga Mimamsa, traduzione ed elaborazione a cura di G. Goldoni)
Sensazioni ed esperienze durante la pratica di Asanas
14 ottobre 2009 12:27
Immagine da “Fisiologia applicata
allo sport” MacArdle, I.Katch
L. Catch (fig.20.3 pag.348)